DONNA DELLA SETTIMANA: LEONIA MARTIN, ovvero dai diamanti non nasce niente, dal letame nascono fiori

"Con la mia zolla arida lottai per avere fiori" scrisse Emily Dickinson. L'immagine che viene alla mente è quella dei fiori delle piante grasse: fiori bellissimi e fragilissimi, che sbocciano con tanta fatica ed altrettanta pazienza. Come la vita della donna di questa settimana, Leonia Martin, sorella maggiore di una Martin ben più famosa. Therese Martin o, per essere più espliciti, Santa Teresa del Bambin Gesù. Di Leonia si parla a tratti anche nell'Autobiografia della Santa carmelitana di Lisieux, sottolineandone la debolezza e la fragilità che avevano fatto scrivere la mamma in una lettera: «E’ coperta di difetti come da un mantello. Non si sa come prenderla». Un'intelligenza non brillante come quella della celebre sorella, un carattere rigido, difficile, ostinato; una fatica nel prendere decisioni e nel rimanervi fedeli. Leonia farà fatica a trovare il suo posto nel mondo, la sua "vocazione".Solo a 36 anni comprenderà finalmente che la sua strada è quella di una vita monastica all'interno della Famiglia della Visitazione, fondata da San Francesco de Sales. E le ci vorrà tutta la vita per modellare le sue fragilità; non rinnegandole ma usandole per creare qualcosa di bello davanti a Dio e agli uomini.

La sua figura, ben delineata in un articolo della dottoressa Ludovica Maria Zanet cui si rimanda (https://rivistavocazioni.chiesacattolica.it/2019/12/10/leonia-martin/) ci parla della santità, ossia della felicità, che nasce dalla vita quotidiana, dalle lotte e dalle fatiche di ogni giorno. Che cresce nutrendosi di cadute ed imperfezioni e che non è cosa altra dalla debolezza. Leonia ci ricorda che tutto ma proprio tutto concorre al bene di coloro che amano Dio. Parafrasando, senza saperlo, il poeta cantautore: "Dai diamanti non nasce niente, dal letame nascono fiori".