Quella missionaria non è una vocazione, bensì è LA vocazione… È il sentirsi guardati, amati, chiamati, mandati: amati da Dio, mandati al mondo per testimoniare quello sguardo che un giorno ti si è posato addosso. Se questo è chiaro, allora diventa tutto estremamente semplice e si capisce che, solo per il fatto di essere di Cristo – cioè battezzati- si è missionari, cioè si mandati a vivere annunciando e annunciando vivendo Cristo, in qualsiasi paese, lavoro, famiglia… Si tratta di “raccontare” l’amore, la gioia, la luce… che non si raccontano a parole, ma con la vita, che si diffondono, che premono per traboccare, per uscire da te e raggiungere gli altri.
È come quando ti innamori: non puoi fare a meno di pensare a lui o a lei, né tanto meno puoi tacere al mondo quel che di bello è capitato nella tua vita. Allora ogni chiamato è missionario: in Italia o in Afrika, in parrocchia o in clausura, al lavoro, a scuola o in famiglia questo è relativo.
Se il missionario che prende l’aereo per l’Afrika è colui che va, nessuno che si professi cristiano è chiamato a restare!!! Forse è proprio per questo che Gesù ancora vuole dei missionari in partenza per le più svariate destinazioni del mondo: perché quelle valigie e quei biglietti aerei sono un pungolo per chi fisicamente non parte: perché richiamano la verità che il Vangelo, sempre e comunque, ti dice: VA’, VA’, VA’.
Oggi è l’ultimo giorno del Mese Missionario Straordinario, fortemente voluto da Papa Francesco per rinvigorire la vocazione missionaria di ogni battezzato: Battezzati ed Inviati, appunto. Noi figlie di Madre Antonia continueremo questa riflessione e questo impegno lungo tutto l’anno pastorale… Noi perdiamoci di vista! Unisciti a noi! Anche tu sei una missione!