Curia Generalizia
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Tutto, anche il ricordo di emozioni intensamente vissute e gustate profondamente, soggiace all’usura del tempo, che tende a rivestire con la sua patina di uniformità ogni evento.
Dopo un avvenimento fondamentale per la storia della nostra Congregazione, il riconoscimento ufficiale da parte della Chiesa della santità di vita della nostra Fondatrice, Antonia Maria Verna, ascritta nel novero dei beati il 2 ottobre 2011, affidiamo a queste pagine il compito di raccontare i momenti più significativi, dalla consegna della Positio alla celebrazione della beatificazione.
È un album commemorativo che vuole mantenere vivo il ricordo di quella celebrazione in tutte le sorelle che hanno avuto la gioia di parteciparvi e offrire la possibilità di viverne le emozioni e i sentimenti a coloro che per motivi di età, di malattia e di distanza geografica non hanno potuto essere presenti. In tutte vuole suscitare spontaneo l’inno di lode e di grazia al Signore per quanto ha voluto donare alla nostra Famiglia Religiosa.
Il testo comprende l’eco suscitato in tutte le comunità dalla beatificazione fino alla prima memoria liturgica della Beata, che deve essere per ciascuna un invito a rinnovare la nostra fede nell’instancabile ricerca della volontà di Dio, sull’esempio della Fondatrice.
Ci aiuti la Beata Antonia Maria a seguire Cristo in un cammino di fedeltà incondizionata alla vocazione cui siamo state chiamate: essere segno dell’amore gratuito del Padre, come Maria, in un servizio di carità semplice e umile “massime coi poveri”.
Roma, 2 agosto 2012
SCIC, Memoria di un cammino di santità |
SAC. FRANCESCO VALLOSIO, Una Sorella di Carità, Torino 1839, Tipografia degli Eredi Botta. Con permissione, pp. 27 più una di «Annotazioni». | |
Brevi cenni sulla vita di Antonia Maria Verna, Ivrea, Natale 1913, tipografia di Torino. | |
ADAMO PIEROTTI, ofm, La vita e l'opera della Serva di Dio Madre Antonia Maria Verna, Fondatrice delle Suore di Carità dell’immacolata Concezione d’ivrea (1838-1938), Firenze 1938, Tipografia Barbèra, Alfani e Venturi Proprietari, pp. 454. | |
Suor ANTONIA M. GILLIO, Sulle orme del Maestro divino. Breve vita della Serva di Dio Madre Antonia Maria Verna Fondatrice delle Suore di Carità dell’immacolata Concezione d’ivrea, con presentazione del Vescovo d’Ivrea Mons. Paolo Rostagno e di Gaffodio Carlo Dottore in Teologia e Diritto Civile e Canonico, Tipografia Barbèra, Alfani e Venturi Proprietari, Firenze 1940, pp. VIII-93 | |
RENATO BAZZANO, sm, Un’eroina del Canavese. La Serva di Dio Madre Antonia Maria Verna, con prefazione di Piero Bargellini, Libreria Editrice Fiorentina, Firenze 1952, pp. 264. | |
CAMILLO COSIMI, ofm con, L’Angelo di Pasquaro. La Serva di Dio Madre Antonia Maria Verna Fondatrice delle Suore di Carità dell’Immacolata Concezione d’Ivrea, con presentazione del Vescovo d’Ivrea Mons. Paolo Rostagno, Tipografia privata «Antonia Maria Verna», Ivrea 1952, pp. XIII-191. | |
VALENTINO TURETTA, La Contadinella di Pasquaro, con presentazione del Cardinale Adeodato Piazza, Segretario della Sacra Congregazione Concistoriale, Padova 1956. | |
Suor VITA LUIGINA LA FRATTA, Antonia Maria. La contadinella di Pasquaro, Roma, Stabilimento Tipografico Salomone, 1972, I ed., pp. 32; 1973. | |
OLINDA LA FRATTA, Un solco nella Chiesa. Le Suore di Carità dell’Immacolata Concezione d’Ivrea, Roma 1973, Stabilimento tipo-litografico F. Garroni – Roma pp.159 |
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ETTORE BAMBI a cura di, Il seme e il silenzio, raccolta di studi su Madre Antonia Maria Verna, 1990, Litostampa Conte – Lecce pp.114 | |
SABATINO MAJORANO a cura di, Antonia Maria Verna. Scritti, 1997, Valsele Tipografica Materdomini (AV) pp.124 | |
RICCARDO POLETTO, Antonia Maria Verna, 2000, Tipografica Materdomini (AV) pp.252. | |
SCIC, Nella luce di un prodigio |
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SCIC, Antonia Maria Verna, Sorella di carità |
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ANGELO MONTONATI, "A gratis" per amore, Beata Antonia Maria Verna Fondatrice delle Suore di Carità dell'Immacolata Concezione d'Ivrea, 2011, Edizioni San Paolo, pp.240. |
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SCIC, Il sapore della gratuità |
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Libere per amare, La vita della Beata Antonia Maria Verna, Fondatrice delle Suore di Carità dell’Immacolata Concezione d’Ivrea Progetto: SCIC Disponibile anche in: |
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SCIC, Beatificazione della Serva di Dio Antonia Maria Verna |
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SCIC, Memoria liturgica della Beata Antonia Maria Verna |
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SCIC, Memoria di un cammino di santità |
Secondo un’antica tradizione, negli ultimi giorni della sua vita Madre Antonia avrebbe fatto distruggere gli scritti che potevano riguardarla; anche suor Riccarda Longoni accenna a questo fatto e dice pure che la Fondatrice chiedeva a Dio di «non permettere che rimanesse memoria alcuna di lei dopo la morte». Sempre la tradizione ci ha riportato le ultime sue parole. Ad accoglierle c’erano dodici suore, una novizia e due postulanti.
"Lavorate sempre in vista dell’Eternità", ripeteva. "Oh come si lascia volentieri la terra, quando questa non ha mai servito che di scala per andar a Dio e portargli gloriose conquiste! Com’è dolce il momento dell’incontro con sì buon Padre! Coraggio, o figlie, o sorelle!, siate fedeli alla vostra Vocazione! Il Crocifisso, il Tabernacolo, il Rosario, ecco le vostre armi, le vostre torri di fortezza, il vostro verace conforto!".
“Il Crocifisso, il Tabernacolo, il Rosario,
ecco le vostre armi, le vostre torri di fortezza
il vostro verace conforto”
La tradizione è ricca di memorie sulla devozione di Madre Antonia al Crocifisso; nella biografia del 1913 si legge: «colla continua memoria di Gesù Crocifisso, animava tutte ad apprezzare le tribolazioni come dono più prezioso che ci assomiglia allo Sposo Divino»; come godeva «di aver qualche somiglianza col suo Sposo », come sia stata «avvezza ad abbracciarsi » alla croce ed adorarla e con quale trasporto, durante la sua ultima malattia, «la si vedeva stringere il Crocifisso» che era stato «il suo rifugio e il suo conforto».
Il mistero del Crocifisso è stato sempre presente e familiare, nelle incomprensioni personali, nelle sconfitte, nei rifiuti, nell’abbandono delle sorelle d’ideale, nell’amarezza dell’esilio. Ne è prova il fatto che non la si trova mai avvilita, ripiegata sulle proprie difficoltà, scoraggiata nelle sconfitte o ribelle nelle ingiustizie; la si vede invece silenziosa e paziente, sempre pronta a ricominciare e ad avanzare verso la meta che Dio le indicava. Madre Antonia ha sofferto e preso su di sé anche la croce degli altri.
Ella ha dimostrato con la coerenza della sua vita, con la sua azione e con i pochi scritti o norme che ha dettato per l’Istituto, che la Croce è l’albero della Vita. Alla sua morte le suore hanno voluto ritrarla con a fianco il Crocifisso.
È sintomatico che la Serva di Dio abbia accostato al Crocifisso l’Eucaristia: il mistero dove Cristo risorto perpetua la sua presenza e la salvezza si attualizza nel tempo. Non mancano testimonianze del fervore con cui si accostava alla «mensa degli Angioli». La frequenza alla Comunione sacramentale, era consigliata nelle Regole e prescritta in determinati giorni, nonostante fosse limitata dalla residua cultura giansenistica.
Nell’Abbozzo del 1913 suor Longoni parla di grande devozione al « SS.mo Sacramento [...]. Ne raccomandava alle sue figlie il rispetto, la venerazione e l’amore dandone sempre l’esempio. «Quando le avversità visitavano la comunità nascente, Madre Antonia non si scoraggiava, ma animava le suore con animo sereno e le invitava a pregare Gesù Sacramentato per attingervi forza e coraggio» Se poi guardiamo alla sua azione caritativa, a cominciare dalla giovinezza a Pasquaro fino al termine della vita, troviamo che Madre Antonia non solo ha amato l’Eucaristia, non solo ha pregato davanti al Tabernacolo, ma — se così si può dire — si è fatta eucaristia, offerta di sé al Padre con Cristo per la salvezza di tutti. Dall’Eucaristia ha attinto la sua gratuità nel dare e nel darsi; la disponibilità nelle varie e talora incomprensibili manifestazioni della volontà divina. Quella devozione era un vero alimento di vita, una ispirazione continua che la rese presenza incarnata nelle necessità dei fratelli per aprirli alla evangelizzazione, le diede la forza e la speranza nel volere ad ogni costo un Istituto che continuasse nel tempo l’annuncio di salvezza che è nell’Eucaristia.
Il Rosario è una devozione costante nella vita di Madre Antonia, la si trova già nella sua formazione giovanile e poi nell’ordinamento della prima comunità religiosa dell’Istituto, come preghiera giornaliera. Il rosario è un’ umile e sicura guida nella meditazione dei misteri della nostra salvezza che in Maria trovano il momento più alto di accoglienza e di contemplazione. Come lei Madre Antonia si dimostrò disponibile al volere di Dio, fedele all’impulso interiore dello Spirito, in un’attesa paziente e perseverante. Parole sue non ci sono pervenute, ma la sua storia personale e la storia della fondazione dell’Istituto dicono che la Fondatrice, a immagine di Maria, ha creduto alla «Parola», quella Parola che le premeva dentro con forza irresistibile e che ella seppe vedere scritta anche negli avvenimenti avversi.
Il Voto di verginità fatto «davanti alla Regina del cielo», quando, giovane adolescente, «offriva spontaneamente a Dio l’anima e il corpo suo» le preghiere serali, con la comunità, nell’oratorio del Ritiro davanti ad «una statuetta della Vergine», l’Ave Maris stella e le cinque decine del Rosario pregate ogni giorno sono piccoli segni, ma accompagnano un vivere quotidiano tutto dedito alla preghiera e all’azione caritativa. Anche nell’azione caritativa è possibile vedere il riferimento, al mistero di salvezza «universale» che nel Rosario trova il suo momento meditativo. Il servizio che la Verna propone e attua è per tutti e in ogni circostanza: senza esclusioni di persone, né limiti di tempo o categorie di bisogni. L’ «a gratis», proclamato con insistenza nella “Memoria delle Regole Principali”, richiama la gratuità assoluta della Concezione Immacolata di Maria su cui lei ha voluto fondare il suo Istituto.