La Chiesa per molti aspetti ha bisogno dei giovani, che sono il suo oggi. Io sono giovane e mi impegno a formare i giovani e li vedo impegnati per essere più vicini a Dio e più presenti nella Chiesa, per esempio evangelizzando i fedeli durante il tempo quaresimale, preparando la Via Crucis vivente, per far sì che il Vangelo sia annunziato "con le azioni" e la gente sia poratta a riflettere su Gesù Cristo.
I giovani desiderano essere santi e cercano di impararla da Dio attraverso corsi, ritiri, Esercizi ed attraverso l'impegno di servizio all'interno della Chiesa ma anchè là dove gli altri giovani vivono e sperimentano fatiche e difficoltà.
Oggi, 150 anni dopo il primo annuncio, i giovani Tanzaniani si trovano ad affrontare alcune sfide...
La prima è quella di non avere uno scopo chiaro per la loro vita; in swahili diciamo che "dove c'è uno scopo, anche una via si trova"... Il problema è quando lo scopo manca o non è ben chiaro!
Poi c'è il problema del "power": si parla molto di incoraggiare i giovani ad usare le loro forze, però molte volte noi giovani usiamo le forze che abbiamo in maniera non buona, per guadagnare un buon posto di lavoro, per avere soldi, per ottenere fama, e per fare questo siamo anche disposti a perdere la nostra dignità di figli di Dio. Avere soldi e farsi una posizione di per sè non è un male... Il problema è quando non vogliamo impegnarci per raggiungere tutto questo, quando vorremmo avere tutto subito, senza fare fatica...
E' bello cercare di vivere una vita gioiosa, però dovremmo cercare la gioia vera, quella che non finisce dopo un concerto, una festa, una cena... La vera gioia la si trova solo in Cristo: se siamo uniti a Lui, allora sì che siamo riempiti di gioia e la nostra debolezza si riveste della forza di Cristo.