(continuazione dell'articolo pubblicato nella rubrica Magistero - SCIC n. 1/gennaio-febbraio 2021)

il rapporto tra casa comune e cittadini del pianeta necessita nuovi criteri, in quanto la famiglia umana non usufruisce allo stesso modo dell’ambiente che fornisce le risorse a sostegno di pochi, mentre la maggior parte degli abitanti vive nell’indigenza.

(continuazione dell'articolo pubblicato nella rubrica Diario - SCIC n. 4/dicembre 2020) 

Naturalmente, tutto questo influisce anche sull’andamento della nostra scuola per la quale ogni mese la comunità deve far fronte alle diverse spese: salari degli insegnanti e del personale scolastico, utenze, manutenzione ordinaria e tasse. Essendo la nostra una scuola semi-gratuita, le rette mensili degli alunni sono minime e a causa della chiusura per la pandemia, negli ultimi mesi non abbiamo registrato nessuna entrata e il governo da cinque anni non paga il sostentamento dovuto. Inoltre, da sempre, la comunità si fa carico degli studenti di famiglie bisognose dispensando dal pagamento delle rette e condividendo con loro ciò che abbiamo. La comunità conduce una vita semplice e frugale, solidale con chiunque bussa alla nostra porta.

Lo scorso mese di novembre abbiamo costituito una commissione di esperti con l’obiettivo di ricercare soluzioni e strategie di azione per affrontare la crisi immediata, rispondere tempestivamente all'emergenza finanziaria e lavorare per una stabilità economica della scuola.

Nonostante lo stato economico di deficit abbiamo deciso di assicurare ai nostri insegnanti e personale scolastico il salario per non incrementare il ciclo di povertà generato dai tagli sugli stipendi e dalla disoccupazione.

Le prospettive per il futuro sono drastiche, ma come comunità abbiamo scelto di far fronte a questa situazione con la stessa tenacia che ci ha trasmesso la nostra Fondatrice, la beata Antonia Maria Verna, che in tempi duri e difficili, non ha ceduto, ma si è rimboccata le maniche e sporcata le mani lavorando assiduamente, ricercando soluzioni adeguate e confidando nella Divina Provvidenza.

Siamo una piccola comunità con risorse umane ed economiche limitate, ma non per questo ci rassegniamo e arrendiamo di fronte alle sfide, e tantomeno rimaniamo inermi a guardare. Preghiamo per la nostra gente e, nello stesso tempo, ci adoperiamo per rispondere concretamente ai loro bisogni. Per questo motivo, in collaborazione con i Laici Verniani e altri laici impegnati che collaborano con noi, stiamo lavorando su due progetti che rispondono alle urgenze attuali del territorio:

  1. creare un centro di assistenza sanitaria e psico-spirituale gratuito a domicilio per persone anziane e ammalate che non possono permettersi di recarsi all’ospedale o di pagare per un servizio infermieristico;
  2. creare un centro di ascolto e di formazione pre e post matrimoniale per i fidanzati e le giovani coppie affinché siano aiutati a consolidarsi nei valori umani ed evangelici perché spesso la famiglia rischia di disgregarsi a causa di mutamenti sociali, difficoltà relazionali ed economiche, l’individualismo, la mondanità, etc.

Sentiamo la grande responsabilità e l’urgenza di essere una luce di speranza cristiana garantendo continuità alla nostra scuola per offrire ai bambini un'educazione basata sui principi evangelici e continuando la nostra missione tra la gente di questa regione. Siamo una comunità di periferia, ma il nostro sguardo va oltre gli orizzonti delle montagne dove viviamo. Pensiamo al futuro delle nuove generazioni e del Libano. Da parte nostra, continuiamo a lavorare nella missione di evangelizzazione affrontando le sfide attuali per sostenere quanti vivono nella precarietà, nella disperazione e nello scoraggiamento. La nostra forza viene da Cristo che desideriamo annunciare attraverso il nostro umile servizio tra i più piccoli e bisognosi come ha fatto Madre Antonia. Il contesto sociale nel quale viviamo ci stimola ad essere persone radicate nei valori umani ed evangelici: annunciamo il Vangelo attraverso gesti concreti di solidarietà e prossimità con chiunque è nel bisogno.

  La comunità di Ghebaleh, Libano

III domenica di Ottobre: la Chiesa celebra la Giornata Missionaria Mondiale, che quest'anno ci invita a divenire "tessitori di fraternità", perfettamente in linea con la nuova enciclica di Papa Francescp "Fratelli tutti". E' una giornata di preghiera e di carità ma, soprattutto, è una giornata che ci invita a riprendere con forza l'entusiasmo missionario, a ri-accendere nei nostri cuori e nel cuore del Mondo, l'entusiasmo per la missione. "Non lasciatevi rubare l'entusiasmo missionario!" scriveva Papa Francesco nell' Evangelii Gaudium.

No, non lasciamoci rubare questo entusiasmo.... Che è l'entusiasmo che ti fa cogliere ogni occasione "opportuna e non opportuna" per testimoniare il Vangelo, la Buona Notizia di un Dio che è Amore, Amore folle, Amore gratuito, Amore incarnato, Amore Crocifisso. Amore che ama me, e te, e te... Amore che vuole amare e che vuole che ogni uomo sia felice, trovando la propria strada per il Cielo.

Non lasciamoci rubare questo entusiasmo, che allarga i confini della tua tenda, che ti fa guardare l'altro come un fratello, che ti apre alla condivisione, che ti fa desiderare conoscere il mondo. Ed amarlo profondamente come luogo della rivelazione di Dio.

Non lasciamoci rubare questo entusiasmo missionario, che è quello che ha animato i santi. Tutti! I grandi missionari come Paolo e Francesco Saverio ed una giovane claustrale come Teresa di Gesù Bambino. O come la Beata Chiara Luce, che costretta a letto dalla malattia, operava concretamente per l'opera evangelizzatrice della Chiesa. O come Madre Antonia, che non uscendo dalla sua città di Rivarolo, seppe però farsi tutta a tutti ed evangelizzare la sua gente, soprattutto i giovani, in un periodo di guerra e di forte scristianizzazione. Evangelizzando con la Carità e con la vicinanda, tessendo reti di fraternità, appunto.

Non lasciamoci rubare questo entusiasmo missionario e continuiamo ad appiccare il fuoco della missione nel cuore di altri uomini e donne, soprattutto i giovani.

La pandemia non è un freno alla missione; semmai la dovrebbe accelerare, perchè mette a nudo tutta la tristezza di un mondo malato,e non solo per il Covid-19. Un mondo che ha un disperato bisogno di belle notizia, della Buona Notizia e di annunciatori entusiasti e credibili. Coraggio! I tempi sono difficili ma... come dice Papa Francesco, "le sfide esistono per essere superate. Siamo realisti ma senza perdere l'allegria, l'audacia e la dedizione piena di speranza! Non lasciamoci rubare la forza missionaria!"

Buona domenica missionaria a tutti!

A Rivarolo Canavese, terra di madre Antonia, si è aperto oggi ufficialmente l'anno in preparazione al decennale della Beatificazione di Madre Antonia. Dopo un momento preparatorio di preghiera e meditazione, svoltosi ieri sera all'Oratorio San Michele di Rivarolo, ci siamo ritrovati tutti in preghiera, come Famiglia Verniana, per ringraziare del DONO di Madre Antonia. Il Vescovo di Ivrea Mons. Edoardo Cerrato, sottolinea proprio questo aspetto di "dono" proprio di Madre Antonia, segno dell'Amore infinito e gratuito di Dio per noi.

E se Madre Antonia è dono, noi tutti suoi figlie e figli siamo chiamati a farci dono per gli altri. In questa prospettiva, abbiamo accolto i quattro segni che hano caratterizzato questa giornata di festa: il dono della Professione religiosa di suor Janeth Castro Ramos, che ha detto Sì per un quarto anno; il dono dell'opuscolo formativo che Madre Raffaella ha consegnato ai Laici verniani; il dono della prossima indizione dell'Assemblea Generale delle Missionarie di carità; il dono della riapertura del noviziato italiano con l'ingresso di Anna e Pietra Rosa.

Quanta Grazia! Madre Antonia, prega per noi.



 

 

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